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Laureata in lettere classiche ho preso anche una specializzazione in archeologia. Mi vedevo lanciata nello studio della preistoria ma poi la passione per le lettere ha ripreso il sopravvento. Ho aiutato i ragazzi con i compiti, ho fatto la guida ai bambini per spiegare loro il favoloso lavoro dell'archeologo...ma c'era sempre questo fastidioso richiamo alla pagina stampata. Poi ho capito...la mia vita deve essere votata alla lettura e, perché no, anche alla scrittura.

domenica 7 giugno 2020

PRO E CONTRO



 

Elizabeth Buchan – “Il Museo delle promesse infrante”

 

A Parigi, nella zona di Canal Saint-Martin, si può visitare un museo che non contiene tesori d’arte o cimeli storici. Il “Museo delle promesse infrante” raccoglie rimpianti, rancori, ricordi a volte talmente spiacevoli da rovinare un’intera esistenza. Chi ha subito il torto di una promessa non mantenuta spera di disinnescare quel dolore esponendone il simbolo nelle sale del museo. Un modo come un altro di azzerare la vita e ripartire. Laure Carlyle ha selezionato personalmente ogni pezzo esposto nel suo museo per creare una cornice ideale al suo grande dolore: la perdita di un amore. Nel 1986, in una Praga soffocata dal regime comunista, Laure si innamora di Tomas leader musicale degli Anatomie e guida di un gruppo di giovani dissidenti che gestiscono un teatro di marionette. Il regime è opprimente e violento, Laure si sente braccata e subisce più di un sopruso. Dovrà fare determinate scelte per salvarsi la vita. Da lì inizia il calvario di rimpianti e rimorsi che le impedisce di capire la verità su se stessa e su un uomo che ha cercato, nel modo sbagliato, di proteggerla.

 

PERCHÉ LEGGERLO

 

·       È un libro coinvolgente, una storia che cattura l’attenzione. L’inizio è incentrato sul museo ma poi, piano piano, si rivela quello che è davvero l’intento dell’autrice: narrare il passato doloroso di Laure, riportare a galla la promessa infranta da cui poi è nata l’idea stessa del museo.

·       L’esperienza drammatica della protagonista a Praga è descritta in maniera perfetta, a tratti sconvolgente. Leggendo dei pedinamenti, delle violenze subite dai dissidenti, si ha la reale impressione di essere immersi in quei vicoli bui con la consapevolezza di essere osservati. Sempre.

·       Il personaggio di Petr Kobes è ambiguo dall’inizio alla fine. Capire se sia uno dei buoni o uno dei cattivi rappresenta uno dei motivi principali che spingono a proseguire la lettura.

·       Bellissime tutte le parti dedicate alle marionette. Un’antica arte cecoslovacca sconosciuta ai più. Personaggi tradizionali e malinconici come Marenka o il più famoso Pierrot sembrano prendere vita davanti ai nostri occhi. Spezzare i fili che li legano è la più alta forma di ribellione.

·       Bisogna leggere “Il Museo delle promesse infrante” perché è una via di mezzo tra una storia di spionaggio e un romanzo d’amore. Non si può far a meno di scoprire cosa sia successo a Tomas e chi ha tradito chi…

 

“- Essere una donna significa essere la bestia da soma di Dio -.

Laure raddrizzò la schiena. Si aspettava parole di devozione, non iconoclaste.

-Lei è una donna in carriera, e lo sa di sicuro. Io ero una ragazza di campagna che non aveva scelta. Non è mai giunta alla conclusione che, creando la donna, Dio ci abbia giocato uno scherzo tremendo? Lo scherzo di un Dio sadico-”

 

 

PERCHÉ NON LEGGERLO

·       Copertina e titolo possono essere fuorvianti. Il museo non è il protagonista assoluto della storia, è più una scusa per parlare d’altro.

·       Non è un libro leggero o facile come potrebbe sembrare ad un primo, superficiale, sguardo.

·       La maggior parte della storia non è ambientata in epoca contemporanea ma nella Praga del 1986.

·       Ci sono scene abbastanza forti a cui il lettore non è preparato perché, in realtà, si aspetta altro.

·       Se non amate rivivere periodi storici difficili e violenti allora non leggetelo.   

 


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