Non
è un romanzo semplice Almarina ma è
intriso di poesia… e di realismo… e di cinismo a volte. È spigoloso come una
piccola pietra preziosa. Elisabetta Maiorano è vedova, vive sola ed ha un
numero imprecisato di cognate “cesse”. Ogni mattina si alza e va a lavorare a
Nisida, ripone i suoi effetti personali, cellulare compreso, in un armadietto e
si addentra in un mondo che appare quasi un altrove rispetto al nostro: il
carcere minorile dove insegna matematica. Lì il tempo sembra sospeso e quei
ragazzi sono solo ragazzi che fanno cose da ragazzi. La paura sottile di chi
lavora con loro non riguarda il presente ma il futuro, quando quegli stessi
occhi che ogni mattina scrutano Elisabetta, saranno di nuovo liberi di guardare
il mondo che li ha spinti a Nisida. Non è un lavoro per tutti e non è privo di
conseguenze psicologiche, ma è proprio tra le mura del carcere che Elisabetta
Maiorano incontra Almarina e da quel momento, forse, la vita di entrambe
abbandonerà le tonalità del grigio.
Perché leggerlo
· Perché
è un gioiello e lo è in ogni parola, in ogni frase, in ogni immagine.
· Perché
Valeria Parrella ha una scrittura immediata e concreta che ti spinge
continuamente a riflettere.
· Perché
a volte dimentichiamo che su quell'isolotto c’è un carcere minorile. E comunque
è una realtà che spesso teniamo relegata in un angolino, come se non esistesse.
Invece esiste.
· Perché
Elisabetta Maiorano è una donna profondamente normale e straordinaria allo
stesso tempo. Vale la pena conoscerla.
· “Il comandante sa che questi ragazzi sono
molto più giovani di noi e saranno vivi e gireranno per il mondo quando noi
saremo morti; anche se la loro pena dovesse durare vent'anni, quando usciranno
saranno più giovani di quanto siamo noi adesso. E se non ci sopravvivranno,
sarà perché la morte li ha inseguiti lungo il vicolo con la pistola”. Per i
ragazzi nei vicoli, per la loro vita che non vale di meno.
Perché non leggerlo
· Perché
è un romanzo che non scivola via come ci si potrebbe aspettare. Lo devi leggere
bene, parola per parola e riflettere su ogni singola immagine. Può essere
faticoso.
· Perché
Nisida potrebbe apparire claustrofobica a pensarci. Un po’ come Napoli. E a
volte poi non si ha la disposizione d’animo giusta.
· Perché
ti aspetti di leggere tutto su Almarina… invece la vera grande protagonista è
Elisabetta con la sua visione della vita.
· In
realtà non ci sono motivi per non leggerlo. Con qualunque stato d’animo resta
un piccolo romanzo perfetto.
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