Veronica Galletta – “Le Isole di Norman”
Esordio
molto interessante, un libro che affronta il tema dell’assenza e della ricerca
di sé. Con una scrittura fluida, Veronica Galletta ci conduce attraverso i
pensieri e le riflessioni di Elena, matricola di geologia, che vive sulla
splendida isola di Ortigia. Da bambina Elena ha avuto un incidente che le ha
lasciato degli evidenti segni sul corpo, dovrebbe detestarli e invece no, per
lei quelle cicatrici sono una caratteristica fondamentale del suo essere e le
mostra con una certa fierezza, paragonandole a delle isole: Lilliput, Laputa,
Mompracem, l’isola del Tesoro e poi Atlantide, la più grande. Ma l’isola più
affascinante per lei è quella in cui vive e, quando sua madre Clara scompare
improvvisamente senza dire nulla, Elena inizia una lunga ricerca attraversando
Ortigia in lungo e in largo per nascondere segnali comprensibili solo alla
madre. Perché sa che lei non è andata via: se vivi su un’isola poi
difficilmente potrai lasciarla.
È
un libro interamente incentrato sulle riflessioni di Elena, sui suoi ricordi e
sui tentativi di capire il mondo interiore di Clara. Molto profondo in alcuni
momenti ed estremamente preciso nelle descrizioni, tanto che, in effetti, forse
la vera protagonista della storia è proprio l’isola.
Perché leggerlo
· Per
il personaggio di Elena, travagliato e sempre in bilico tra senso di colpa
verso il padre e desiderio di libertà.
· Per
tutte le mappe elaborate dalla protagonista, davvero un modo affascinante di
dare un significato al comportamento di qualcuno.
· Per
il modo in cui Elena si rapporta alle sue cicatrici, difficile imitarla.
· Per
il senso di abbandono, per il dolore dell’assenza che non si trasformano in
autocommiserazione ma in energia, quella che serve ad Elena per portare avanti
il proprio complicato progetto.
· Per
l’isola di Ortigia, magari poco conosciuta e che in questo libro rifulge in
tutto il suo splendore.
Perché non leggerlo
· Perché,
in definitiva, il libro è incentrato più sulle riflessioni che sulle
interazioni di Elena.
· Perché
ci sono personaggi interessanti, come Filippo, che non trovano abbastanza
spazio.
· Perché
non è chiaro il vero motivo degli strani comportamenti di Clara. Resta tutto
molto fumoso.
· Perché
non scopriamo davvero chi sia Lucia Ria. Ci limitiamo a sospettarlo ed è un
vero peccato.
· Perché
a mio parere a questo libro manca qualcosina e forse è il motivo per cui, alla
fine, la stella che brilla più luminosa è proprio quella di Ortigia.
Consigliato?
Si, come libro d’esordio promette benissimo.
Nessun commento:
Posta un commento