Sandro Veronesi “Il colibrì”
Il
colibrì è il Dottor Marco Carrera, il protagonista o meglio il perno attorno al
quale ruota tutto il resto. Detto il colibrì per essere stato da ragazzo
davvero piccolo di statura, questo soprannome gli resta appiccicato addosso per
tutta la vita e si trasforma nel simbolo di quella che è la massima aspirazione
di Marco: rimanere immobile mentre tutto attorno sta crollando. La sua vita è
costellata di eventi drammatici, lutti atroci e un amore impossibile ma lui
cerca, con ogni fibra del suo essere, di rimanere perfettamente calmo nel mare
in tempesta e trasformarsi, così, nel solido scoglio a cui tutti possono
appigliarsi. Intorno gli altri si muovono, cambiano vita, casa, lavoro, modi di
pensare mentre il colibrì cerca, ad ogni colpo che il fato gli assesta,
semplicemente di trovare un nuovo motivo per andare avanti.
Perché leggerlo
· Perché
è scritto in maniera davvero splendida... Quel tipo di scrittura che ti porta con
sé e ti fa immergere realmente nella storia.
· Perché
la galleria di personaggi è incredibile. Tutti affascinanti, pieni di sorprese
e, a loro modo, nevrotici.
· Perché
vale la pena leggere un libro per conoscere il Dottor Daniele Corradori, un
personaggio unico. Il meno coinvolto ma il più risolutivo.
· Per
il mestiere di Duccio Chilleri, un’idea assolutamente geniale che mi ha
riportato al signor Malaussène di Pennac e al suo “di professione capro
espiatorio”.
· Perché
ci fa capire che spesso cambiare radicalmente la nostra vita ci restituisce
solo l’illusione di aver azzerato anche la sofferenza e il disagio.
Perché non leggerlo
· Perché
la storia va spesso avanti e indietro nel tempo. A volte perdi il filo
temporale delle cose.
· Perché
c’è davvero tanta sofferenza da digerire, se non si è nella disposizione d’animo
giusta meglio lasciar perdere.
· Perché
contiene un’idea di futuro che non sono sicura mi piaccia. No anzi mi ha fatto
proprio innervosire.
· Per
le lettere di Luisa…
· Perché
il finale… eh quello mi ha fatto arrabbiare con il destino.
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