...perché al principio dei tempi il Ngunemapu ha disposto che gli animali e gli uomini non si capissero parlando ma attraverso i sentimenti espressi dal modo di guardare. Chi non coglie la tristezza negli occhi di Kawell, il cavallo, che dopo essere stato domato sente ancora sotto gli zoccoli la libertà perduta? Chi non percepisce la pena nello sguardo di Mansur, il bue, legato al giogo e allontanato dalla prateria? Chi non avverte la propria piccolezza contemplando le pupille di manke, il condor, sovrano del cielo più alto?
Luis Sepùlveda
"Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà"


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