"C'erano stati tutti quegli anni, tutti quegli anni di facciamo il sacco al letto da campo di Carrie e nascondiamo da qualche parte le sue mutande e mettiamole questa biscia in una scarpa e facciamole questo e facciamole quest'altro e ancora quest'altro e Carrie che arrancava in bicicletta, sempre in coda, sentendosi chiamare una volta budino mal riuscito e un'altra volta faccia di merda, sudando e odorando di sudore e non riuscendo mai a raggiungere le altre..."
Gli anni del liceo, quanti ricordi. Non tutti meravigliosi. Da adolescenti si ha spesso la sensazione di essere diversi dagli altri, ci si sente alieni e si guardano alcuni compagni come se fossero esseri superiori. Per Carrie White questa caratteristica non è solo una fase tipica della gioventù ma la causa scatenante di un vero e proprio incubo.
Pubblicato nel 1974 Carrie costituisce l'esordio narrativo di Stephen King. Un esordio a dir poco esplosivo.
Nella scuola superiore Thomas Ewen a Chamberlain nel Maine, Carrie White è lo zimbello di tutti, presa in giro da anni non sa cosa sia una vera amicizia e di certo non ha mai avuto un fidanzato. Cresciuta all'ombra di una madre, Margaret, preda di un fanatismo religioso che sconfina nella follia, Carrie al suo arrivo a scuola commette il primo, imperdonabile errore quando il primo giorno nella mensa si inginocchia per pregare prima del pasto. In quel preciso istante diventa la vittima preferita di tutti quegli studenti che trovano divertente la sofferenza altrui. Nonostante i suoi sforzi e le continue trasgressioni alle ferree regole materne, la ragazza non riesce ad inserirsi e gli scherzi si moltiplicano: sempre più crudeli, sempre più umilianti. Ma Carrie non è una ragazza qualunque, lei ha un dono o forse una condanna: la telecinesi. Piano piano scopre questo enorme potere e, se all'inizio pensa che sia solo una risposta casuale al suo stato emotivo, con il tempo capisce che lei quel potere può controllarlo e che può essere devastante. L'inizio della fine si verifica con un gesto gentile: Sue Snell, unica ragazza di tutta la scuola a sentirsi in colpa per tutti quegli scherzi, convince il suo fidanzato Tommy a portare proprio Carrie al ballo di fine anno, per aiutarla ad inserirsi o solo per farla divertire almeno per una sera. Sembra bellissimo, potrebbe essere davvero una svolta per la protagonista. In realtà proprio da quel gesto distensivo partirà una sequenza di eventi terrificante. A quel ballo Carrie subirà l'ennesimo scherzo ma sarà l'ultimo perché la reazione della vittima si rivelerà estremamente violenta.
Carrie è un horror ben confezionato e ben riuscito. Costruito con un'alternanza di toni narrativi tra racconto, estratti di libri fittizi scritti dai superstiti e finti articoli di giornale sulla tragedia, il risultato non annoia. Il lettore sa da subito che avverrà qualcosa di tragico ma non riesce ad interrompere la lettura, avido di scoprire i reali poteri di Carrie e da dove venga il fanatismo di Margaret che scarica sulla figlia tutte le sue paure e le assurde conseguenze delle sue idee.
La carriera di Stephen King è nota a tutti, questo ne è solo il fulminante inizio.
"...quasi nessuno scopre mai che le sue azioni feriscono davvero gli altri! La gente non migliora, diventa solo più furba. Quando diventi più furbo non smetti di staccare le ali alle mosche, cerchi solo dei motivi migliori per farlo. Un sacco di ragazzi dicono che Carrie gli fa pena, e la maggior parte sono ragazze, questo è proprio da ridere, ma scommetto che nessuna di loro capisce cosa voglia dire essere Carrie White per ogni istante della giornata. E in fondo non gliene importa".
Da leggere.
Per chi ha l'ardire di rimpiangere gli anni del liceo e per chi invece sa di non essersi comportato benissimo in quel periodo.
Gli anni del liceo, quanti ricordi. Non tutti meravigliosi. Da adolescenti si ha spesso la sensazione di essere diversi dagli altri, ci si sente alieni e si guardano alcuni compagni come se fossero esseri superiori. Per Carrie White questa caratteristica non è solo una fase tipica della gioventù ma la causa scatenante di un vero e proprio incubo.
Pubblicato nel 1974 Carrie costituisce l'esordio narrativo di Stephen King. Un esordio a dir poco esplosivo.
Nella scuola superiore Thomas Ewen a Chamberlain nel Maine, Carrie White è lo zimbello di tutti, presa in giro da anni non sa cosa sia una vera amicizia e di certo non ha mai avuto un fidanzato. Cresciuta all'ombra di una madre, Margaret, preda di un fanatismo religioso che sconfina nella follia, Carrie al suo arrivo a scuola commette il primo, imperdonabile errore quando il primo giorno nella mensa si inginocchia per pregare prima del pasto. In quel preciso istante diventa la vittima preferita di tutti quegli studenti che trovano divertente la sofferenza altrui. Nonostante i suoi sforzi e le continue trasgressioni alle ferree regole materne, la ragazza non riesce ad inserirsi e gli scherzi si moltiplicano: sempre più crudeli, sempre più umilianti. Ma Carrie non è una ragazza qualunque, lei ha un dono o forse una condanna: la telecinesi. Piano piano scopre questo enorme potere e, se all'inizio pensa che sia solo una risposta casuale al suo stato emotivo, con il tempo capisce che lei quel potere può controllarlo e che può essere devastante. L'inizio della fine si verifica con un gesto gentile: Sue Snell, unica ragazza di tutta la scuola a sentirsi in colpa per tutti quegli scherzi, convince il suo fidanzato Tommy a portare proprio Carrie al ballo di fine anno, per aiutarla ad inserirsi o solo per farla divertire almeno per una sera. Sembra bellissimo, potrebbe essere davvero una svolta per la protagonista. In realtà proprio da quel gesto distensivo partirà una sequenza di eventi terrificante. A quel ballo Carrie subirà l'ennesimo scherzo ma sarà l'ultimo perché la reazione della vittima si rivelerà estremamente violenta.
Carrie è un horror ben confezionato e ben riuscito. Costruito con un'alternanza di toni narrativi tra racconto, estratti di libri fittizi scritti dai superstiti e finti articoli di giornale sulla tragedia, il risultato non annoia. Il lettore sa da subito che avverrà qualcosa di tragico ma non riesce ad interrompere la lettura, avido di scoprire i reali poteri di Carrie e da dove venga il fanatismo di Margaret che scarica sulla figlia tutte le sue paure e le assurde conseguenze delle sue idee.
La carriera di Stephen King è nota a tutti, questo ne è solo il fulminante inizio.
"...quasi nessuno scopre mai che le sue azioni feriscono davvero gli altri! La gente non migliora, diventa solo più furba. Quando diventi più furbo non smetti di staccare le ali alle mosche, cerchi solo dei motivi migliori per farlo. Un sacco di ragazzi dicono che Carrie gli fa pena, e la maggior parte sono ragazze, questo è proprio da ridere, ma scommetto che nessuna di loro capisce cosa voglia dire essere Carrie White per ogni istante della giornata. E in fondo non gliene importa".
Da leggere.
Per chi ha l'ardire di rimpiangere gli anni del liceo e per chi invece sa di non essersi comportato benissimo in quel periodo.
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